Lupo
Ora sull’erba secca e ancora tiepida siamo stesi noi, in attesa che si faccia buio. Nel silenzio più profondo avverto un movimento lento di Massimo. Si alza, mette le mani a imbuto attorno alla bocca, respira a fondo ed emette un lungo ululato. Negli istanti che seguono il silenzio sembra essere ancora più profondo: attendiamo con il fiato sospeso. Dopo poco, dalla collina di fronte a noi, dove avevamo visto sparire i lupetti, partono ululati dal suono più acuto: prima uno, poi un altro, poi un altro ancora, si intersecano e si sovrappongono. “Hanno risposto”, mormoro sorridendo, ma il sorriso mi si gela sulle labbra un attimo dopo: dalla nostra destra e, così mi sembra, da distanza molto ravvicinata, si alzano due ululati più profondi, più lunghi e trascinati: sono di due adulti , con ogni probabilità i genitori della cucciolata, il capobranco e la sua compagna. Sembrano minacciosi. Sì, lo so che i lupi non attaccano l’uomo, tuttavia un lungo brivido mi parte dai capelli e scende lungo la schiena. Proseguono per un po ‘, poi tutto finisce. Torna la quiete. E ‘come se qualcuno avesse tracciato un confine da non oltrepassare, un confine oltre il quale la vita celebra i suoi riti affascinanti e misteriosi. Lo rispetteremo. E ‘ora di andare.
Italia selvatica, di Daniele Zovi